11/05/2022

Di Insidie, Ansia, Consapevolezza e Fede/Fiducia

Quando la strada dell’anima si fa selvaggia e serve cor-aggio

“Di tutte le insidie sui nostri percorsi e gli enormi ritardi e le deviazioni fuori pista voglio dire che non sono quello che sembrano. Voglio dire che tutto ciò che sembra un incredibile errore non è un errore, tutto ciò che sembra uno sbaglio non è uno sbaglio; e tutto ciò deve essere fatto. Quello che sembra un passo falso è il passo successivo. Il tuo percorso è ai tuoi piedi, che tu te ne renda conto o meno.”

(Agnese Martino)

Questa è una di quelle citazioni che sono arrivate proprio quando avevo bisogno di sentirla!

Proprio ieri ho perso il mio contratto di lavoro più importante, che significa per me una grossa perdita finanziaria. Potrebbe facilmente significare la fine della mia piccola impresa. Crearla e costruirla ü costato oltre un decennio di duro lavoro, sacrificio e abituarsi all’instabilità, all’incertezza, all’imprevedibilità. Soprattutto il lavoro profondo, il lavoro dell’anima e il lavoro sul trauma, poiché molte convinzioni e schemi profondi emergono e spesso appaiono come barriere esterne. Lavorare attraverso tutto questo ha liberato in me così tante strade. Sono caduta e mi sono rialzata molte volte. Questa è la vita, diciamo, no?! È proprio così che succede. A volte ci si abitua agli alti e bassi, alla fiducia nelle proprie riserve finanziarie, energetiche ed emotive, al sostegno di amici e famiglie, al sistema sociale, forse anche al sostegno istituzionale.

Personalmente posso fare poco affidamento su questo tipo di supporto esterno. Ma ho imparato che i miracoli accadono. Piccoli e grandi. Che la forza emerge quando mi lascio cadere nell’apparente vuoto. A volte una serie di piccoli miracoli si accumulano a diventare uno grande. Scegliere il mio lavoro significava seguire il mio cuore e la mia vocazione profonda. La strada dell’anima come si dice. Ci è voluto cor-aggio e ce ne vuole ogni giorno. Occorre rallentare, riflettere e sopratutto ascoltare la voce del cuore. Quando ci pare di subire contrattempi, impedimenti occorre tenerci stretta la pratica meditativa. Talvolta occorre fermarci un pochino anche nelle azioni o comunque esser più presenti, agire con maggiore attenzione, presenza e consapevolezza rimanendo in ascolto anche nel nostro fare. La vita si crea non solo con i grandi pensieri, ma anche con le azioni quotidiane. Sono anche queste poi che creano la nostra realtà ed anche una minima azione abitudinaria, automatica che cambiamo immergendola nella presenza consapevole, può modificare tutto lo scenario. Siamo invitati a ricercare la nostra verità, e con cor-aggio ascoltare nel mezzo delle nostre paure e nel nostro cuore, per fare chiarezza sui nostri temi personali. Prestare attenzione ai nostri comportamenti e alle nostre potenziali reazioni a eventi, persone e a noi stessi ci porterà a conoscere e ponderare la nostra interiorità. I grandi cambiamenti ci invitano a un attitudine di maggiore consapevolezza di noi stessi, e al coraggio (cor-aggio — agire col cuore) che è la sede dell’ Anima e della nostra capacità di essere umani e svegliarci. Quando la strada si fa difficile occorre essere fedeli a se stessi, fidarsi dei propri passi diretti dell’anima, e assumerci la responsabilità delle nostre scelte, anche se le altre persone possono non essere d’accordo.

Strada facendo ho imparato che non siamo qui da soli anche quando ci sentiamo soli. Ognuno di noi riceve gli eventi e le sfide di cui ha bisogno per liberare il percorso interiore e tornare a casa. Guardo indietro sulla mia vita tutta e vedo che proprio questo è il filo rosso! O il filo d’oro come mi piace chiamarlo! 

Quindi quando mi sento come proprio ora, afferro per il collo quella fede/fiducia che è cresciuta in me negli anni e me la me la avvolgo attorno come un salva vita. Mi aggrappo lì alla consapevolezza quando noto che sta girando la disperazione. Respiriamo insieme e ci sediamo insieme e teniamo insieme le mie paure, i dubbi, e tutto ciò contenuto nella disperazione. Quindi camminiamo insieme nel buio. Insieme pratichiamo la pazienza, la tolleranza, il non-giudizio, la gentilezza amorevole e la compassione. Certo gira chiaro anche la voglia di giudicare la persona che ha appena annullato il mio contratto abbandonando non solo me ma tutti i miei colleghi di lavoro e anche i nostri clienti. Ecco che parlo al mio giubbotto di salvataggio, gli confesso la mia rabbia e delusione, ne parliamo e il giubotto mi permette anche di gridare la mia paura e frustrazione, in confidenza tra di noi. E poi mi afferra per il collo così che non mi allontano dal percorso della mia anima.

Comprendere, ascoltare e sentire la paura e il percorso di incertezza che ci impone ci permette di comprendere nel profondo che siamo qualcosa di più di mente e corpo, che siamo in primo luogo anime: esseri spirituali che vivono un esperienza terrena ( e non esseri terreni che vivono un esperienza spirituale)! L’anima non finisce. Ma le nostre reazioni agli eventi determinano la nostra strada terrena. Spesso anche quando pensiamo di essere pronti a cambiare, è comunque difficile. Ci vuole coraggio per iniziare ad affrontare ciò che sta alla base della paura.

“Sì, finalmente una certa pace… Una certa antica consapevolezza, che mi dice che l’anima non finirà, non importa quale strada segua…” (Fernando Pessoa)

(Pittura: Kelly Barefoot)